Perché intitolare un premio letterario a Sibilla e riservarlo alle sole scrittrici?
Il motivo è semplice e contestualmente importante, infatti molto, culturalmente parlando, è dovuto alla singolare figura di Sibilla, donna vissuta alla fine dell'anno mille, figlia del Conte di Conversano e, per effetto di matrimonio, divenuta duchessa di Normandia nonché, unitamente al consorte Roberto di Normandia, pretendente al trono d'Inghilterra.
Le cronache del tempo ci consegnano, attraverso anche le parole dello storico, Olderic Vital, la vicenda di una donna che, per la sua bellezza ma sopratutto per la sua inusitata sapienza e cultura, fu celeberrima, ancora adolescente, in tutto il meridione d'Italia.
Divenuta duchessa di Normandia diede un'impronta fortemente culturale alla sua corte e tale fu l'influenza del suo pensiero, di formazione aristotelica che, la sapiente donna, con ogni probabilità, non mancò d'incidere su quegli spiriti e su quegli ingegni che andavano, da tempo, propugnavano la nascita di una scuola laica, avulsa e libera dai condizionamenti sia di tipo religioso che di tipo regale. Non a caso, negli anni seguenti, riprendendo una dizione greca, in Francia, a Parigi, avvenne l'apertura della prima università francese che, guarda caso, a differenza di quella di Bologna, volta alle scienze, assunse il nome di "Facoltà delle Arti".
Sibilla non vide la nascita di questa scuola che, con chiarezza, s'ispirava ai principi della grande scuola greca poiché, in modo misterioso, morì a soli 22 anni. In ricordo, però, delle sue eccelse virtù il popolo francese, volle rendere il massimo degli onori alla fanciulla italiana, ponendola a riposare, a Rouen, nella costruenda cattedrale, giusto al centro di essa, onore riservato ai soli re.
A memoria dunque della cultura, coniugata al femminile, e per la grossa valenza che può assumere un'operazione culturale volta ad incentivare la fondamentale conoscenza della storia, in varie epoche, si propone il presente premio, riservandolo alle donne. E ciò, non solo nel nome di Sibilla ma per ricordare il grande apporto di tante scrittrici che, soprattutto all'estero, si sono dedicate e si dedicano, attraverso approfonditi studi, con romanzi, saggi e biografie alla ricostruzione di importanti periodi della storia.
Va sottolineato che a parte le grandi studiose francesi e inglesi, l'Italia, quale esponente di primo piano, nel settore romanzo storico, può vantare l'opera di Maria Bellonci, tra l'altro fondatrice del premio "Strega". Un apporto importante ma rimasto pressoché unico, anche se le statistiche ci dicono che a leggere, libri d'interesse storico, sono soprattutto le donne.